Incontro con l’architetto ed urbanista Francesca Cognetti
Già da tempo il Consiglio direttivo di Alfabeti aveva deciso, nell’ambito dei corsi di formazione dei nostri volontari, di non limitarsi alla sola glotto-didattica, ma di estendere gli incontri culturali in maniera più ampia. E cosi abbiamo contattato l’architetto ed urbanista Francesca Cognetti che è professore associato di “Tecnica e pianificazione urbanistica” al Politecnico di Milano ma che, soprattutto, coordina l’istituto “Mapping” del Politecnico stesso. Mapping, presente ormai da dieci anni a San Siro, è un gruppo di ricerca interdisciplinare che studia e analizza sul territorio le peculiarità di un territorio così particolare come il quartiere in cui opera Alfabeti, quartiere dai forti contrasti e sicuramente dalla forte unicità dentro la città di Milano.
E così, sabato 20 gennaio scorso, ospitati nella sede di Mapping in via Gigante, ci siamo ritrovati per una lezione estremante interessante e utilissima per capire il contesto in cui agiamo.
Francesca ci ha mostrato una “fotografia” (anche con slide, dati e cifre) di questa realtà che è di fatto un quadrilatero di case popolari iniziate dal fascismo negli Anni 30 (costruzione andata avanti fino agli Anni 50) che creò, con 6.200 alloggi, un piccolo Comune alle porte di Milano destinato agli operai e lavoratori, prima milanesi, poi anche immigrati dal Veneto e dal Sud per poi, a partire dagli Anni 90, vedere l’arrivo e la presenza di stranieri immigrati, in particolare egiziani. Da ricordare come, col cambio di legislazione, l’edilizia popolare statale sia poi passata all’Aler, ente della Regione Lombardia.
Molte le considerazioni fatte da Francesca, tutte interessantissime, sia dal punto di vista edilizio che urbanistico, sia sociologico che antropologico. Un dato solo che aiuta a riflettere: San Siro, con questo quadrilatero intorno a piazza Selinunte, si staglia di gran lunga come il quartiere più giovane della città, con il 22% della popolazione giovanile contro la media cittadina del 16%. Giovani immigrati che sentono di non avere gli stessi diritti dei loro coetanei italiani e che sviluppano spesso una rabbia sociale (molto interessante il riferimento alla cultura Hip-Hop e alla musica Rap, che qui fiorisce).
Con tutto questo, i ricercatori di Mapping rifiutano il termine di “ghetto” per questo quartiere che invece non è per nulla omogeneo e che, al contrario, vede molte realtà conviventi di cui parecchie positive (mettiamoci anche la nostra Alfabeti!). Interessante e proficuo anche il dibattito che si è sviluppato tra Francesca e i nostri volontari che hanno sottoposto domande ma anche testimonianze personali nate dall’incontro coi nostri studenti. Molti gli spunti, le notizie apprese, le riflessioni che sarebbe qui troppo lungo riportare.
Un grazie dunque alla Professoressa Cognetti e al contributo che Mapping dà alla conoscenza e allo studio del nostro quartiere.
Gianni Pianetta