La sua è una storia che a Torino conoscono tutti: arrivato dal Marocco a dodici anni con due fratelli, Rachid Khadiri era ancora minorenne quando ha iniziato a vendere sciarpe, collanine e accendini per le strade del centro. Nel frattempo, però, spinto dalla famiglia, andava anche a scuola: e dopo le medie e le superiori, visto che in poco tempo aveva imparato perfettamente l’italiano (e il dialetto torinese) e gli piaceva studiare, con qualche sacrificio da parte dei fratelli si è iscritto all’università. Pensando a un futuro impiego ha scelto saggiamente la facoltà di Ingegneria. Sempre continuando a lavorare in strada, vendendo accendini, talvolta, anche ai suoi stessi professori. Oggi ha 26 anni e qualche giorno fa è arrivato il gran giorno: si è laureato in Ingegneria Civile. Per ora è tornato a fare il vuccumprà, ma solo nelle pause fra i colloqui di lavoro.
Spesso gli studenti che incontriamo ad Alfabeti si sentono scoraggiati: dalle scarse opportunità di lavoro, dalle difficoltà della burocrazia, dal costo della vita. E’ per loro che vi raccontiamo una storia di coraggio e riscatto.