Moreno Castelli è un orefice incastonatore: di lavoro, tutti i giorni, maneggia con precisione oro e pietre preziose. Un po’ per indole e un po’ come conseguenza del mestiere che fa da circa 20 anni, la delicatezza è ciò che lo caratterizza più di ogni altra cosa: aperto con tutti ma anche riservato, attento a cogliere le sfumature di quello che succede e interessato alle persone più che alle cose.Da qualche anno è anche scrittore e proprio quest’anno ha pubblicato il suo primo romanzo, “Chiaroscuro milanese” (0111 Edizioni). Una storia di periferia: un centro sociale, punto di incontro fra persone fra le più diverse; un uomo con delle grandi passioni; la città di Milano.
Da circa tre anni Moreno è anche volontario di Alfabeti. In breve tempo diventato tra i docenti più apprezzati dagli studenti, mette tutto se stesso nelle lezioni: cerca di capire le potenzialità di ogni singolo allievo e si impegna nel condividere con le sue classi non solo la lingua ma anche un approccio positivo alla vita.
Gli abbiamo chiesto come è nato l’incontro con Alfabeti.
“Mentre lavoro ascolto sempre Radio Popolare e tre anni fa ho sentito uno spot sulla scuola e la ricerca di nuovi volontari. Stavo pensando da tempo di provare qualcosa di nuovo: non avevo mai fatto volontariato e cercavo un’attività di questo tipo. Appena ho iniziato, affiancando una volontaria esperta, ho capito che era proprio pane per i miei denti.”
Artigiano e scrittore, come è stato dedicarsi a un’attività così nuova e diversa?
“In genere quando mi trovo ad affrontare situazioni e impegni nuovi cedo al panico. Invece, qui ad Alfabeti, mi sono sentito subito a mio agio. Il desiderio di condivisione fra insegnanti e studenti era talmente forte che non ho mai avuto paura di non essere all’altezza, perchè il mio entusiasmo bilanciava ogni possibile lacuna in ambito di didattica.”
Come ti sei trovato in questo quartiere così diverso da ogni stereotipo milanese?
“Ero stato in questa via circa dieci anni fa e mi ero spaventato: musica araba che usciva dalle finestre, profumi di cibo speziato, uomini egiziani per strada un po’ ovunque. La presenza di così tanti stranieri mi aveva fatto immaginare che il posto fosse poco sicuro. Oggi che lo frequento mi rendo conto che lo stile di vita degli abitanti del quartiere è proprio ciò che rende queste strade uno dei luoghi più sicuri di Milano.”
Correte a leggere il bel romanzo di questo autore così saggio.