In questi giorni la FIFA (Fédération Internationale de Football Association) ha approvato, per le donne che giocano a calcio, l’uso del velo in campo nelle competizioni internazionali. Ci sono voluti tre anni da quando, nel 2011 nell’ambito delle qualificazioni alle Olimpiadi del 2012, le atlete iraniane si rifiutarono di scendere in campo senza velo e per questo l’intera squadra venne squalificata. Questa decisione discriminante da parte della federazione era motivata dal regolamento della FIFA che prevedeva, da sempre, collo e orecchie visibili. Ma l’importanza del velo, in qualunque sua forma, non è solo legata all’aspetto religioso: è anche un’espressione culturale, esattamente come la catenina d’oro con la croce per molti calciatori cattolici è molto di più di un collegamento con il proprio credo. La recente decisione ‘illuminata’ della FIFA coinvolge anche le squadre maschili per quanto riguarda l’utilizzo del turbante da parte dei calciatori di religione Sikh.