Laura è con noi da tanti anni. Possiamo considerarla una “veterana” di Alfabeti. Quando la conosci, di lei ti colpisce la grande capacità di metterti a tuo agio, di farti sentire “uno di famiglia”. Laura sa essere sempre attenta e positiva, cerca sempre di comprendere le opinioni e i punti di vista altrui, e questo è sicuramente una buona cosa quando si interagisce in un gruppo (eterogeneo) di persone. La sua disponibilità (e dedizione) all’associazione è incomparabile.
Le abbiamo fatto alcune domande sulla sua esperienza come volontaria di Alfabeti.
Ecco le sue risposte!
Da quanto tempo sei volontaria di alfabeti e come l'hai scoperta?
Hai avuto precedenti esperienze di volontariato?
Che impatto ha avuto l'esperienza di alfabeti sulla tua vita?
Innanzitutto ho scoperto da vicino una realtà che conoscevo solo per sentito dire – quella dei migranti – e che, non lo nascondo, mi incuriosiva quasi nella stessa misura in cui mi intimoriva: che persone avrei incontrato? con quali necessità? sarei stata capace di entrarci in un qualche modo in rapporto? Primo risultato: Alfabeti mi ha aperto la mente con le storie degli studenti, grazie alle relazioni, dalle più alle meno superficiali, che si sono instaurate con loro; ho davvero scoperto un altro mondo.
L’idea poi di lavorare con la lingua – che ho sempre frequentato per piacere (leggendo) e studiato e analizzato (per formazione) – mi stimolava. Con gli studenti di Alfabeti è come averla riscoperta, perché, per passarla a chi non la conosce, la devi necessariamente considerare da una posizione diversa, ti devi fare straniero anche tu. È un po’ come fare il turista nella propria città: “Toh, quell’angolo non lo avevo mai visto! Questa prospettiva, mai considerata!”. E allo stesso tempo hai la consapevolezza che, per chi sta facendo lezione con te, l’italiano è uno strumento fondamentale, di sopravvivenza, un’arma quasi. Secondo risultato: Alfabeti mi ha fatto riscoprire l’italiano, sotto diversi aspetti; mi ha fatto pensare davvero a quanto una lingua sia potente e renda forti coloro che la sanno usare.
E ultimo, ma non ultimo, mi ha dato un’altra prospettiva professionale…! Sono una delle tante persone che in questo periodo è rimasta a casa dal lavoro. L’esperienza di Alfabeti mi ha talmente appassionato che ho deciso che è quello che voglio fare nella vita e mi ha dato una prospettiva preziosissima in questa contingenza. Terzo risultato: grazie ad Alfabeti e all’esperienza che gli studenti mi hanno permesso di fare, ho trovato un piccolo lavoro in un ambito che mi appassiona e che spero possa dare i suoi frutti…
Ti capita di avere a che fare con stranieri in difficoltà? In tal caso, come ti comporti?
Ci puoi raccontare di qualche studente di cui hai visto che, dopo aver migliorato la competenza di italiano, ha cambiato la sua vita in meglio?
Cosa auspichi per il futuro di alfabeti?
Che continui a lavorare nel quartiere dove è nata, che si rafforzi sempre più, che venga sempre più percepita dagli abitanti della zona – tutti, migranti e italiani – come un luogo importante e vivace e che, soprattutto, appartiene anche a loro. Mi piacerebbe che, in un modo o nell’altro, Alfabeti continuasse e diventasse sempre più un punto di riferimento per il quartiere e chi ci abita.
E, sognando a occhi aperti, mi piacerebbe che il lavoro di Alfabeti fosse riconosciuto come la moneta con cui pagare l’affitto!
Grazie Laura, come sempre, per la tua disponibilità.
Buon Lavoro!