Da sabato 8 aprile, votato all’unanimità dal Consiglio direttivo dell’associazione, Moreno Castelli è stato eletto nuovo presidente di Alfabeti, succedendo così a Sara Pupillo (che lui ha voluto ringraziare, in una mail apposita, per il grande contributo dato durante il suo mandato allo sviluppo della nostra associazione). 43 anni, milanese, laurea in Scienza della comunicazione con indirizzo interculturale, Moreno era (e resta pro tempore) coordinatore della Scuola serale di Alfabeti e punto di riferimento per tutti i volontari del serale.
Anzitutto congratulazioni Moreno! Come sei arrivato ad Alfabeti?
“Era il 2011 e già da tempo stavo pensando a una forma di impegno perché volevo dare un senso al cammino di formazione che stavo seguendo. Un giorno sentii a Passatel, la trasmissione degli annunci di Radio Popolare, un annuncio che parlava di questa onlus dove si insegnava gratuitamente l’italiano agli stranieri: cercavano volontari e così sono arrivato in via Abbiati e mi sono presentato”.
Prima impressione?
“Bellissima. Mi trovai ad affiancare Anna, una volontaria esperta. Ho imparato molto da lei, io non avevo mai insegnato in vita mia! Abbiamo tenuto insieme la stessa classe, ma poi ho sentito l’esigenza di frequentare corsi di formazione autogestiti dalla scuola stessa: è davvero importante la parte teorica e soprattutto è fondamentale capire il punto di vista dello studente. Ho impiegato del tempo per capire che era più produttivo star zitto io e lasciar parlare loro…”.
Come è cambiata da allora Alfabeti?
“Siamo decisamente migliorati nell’organizzazione: c’era troppo spontaneismo e molto era lasciato al caso; poi è arrivato l’uso della mailing list tra noi volontari e le cose sono andate migliorando. Insomma, ogni anno si è fatto un gradino in più e anche la formazione dei volontari è diventata più sistematica, così come è cresciuta la didattica. E poi le iniziative esterne che si sono moltiplicate: concerti, mercatini, incontri culturali e così via”.
Sei diventato col tempo uno dei principali punti di riferimento di Alfabeti: cosa ti ha spinto ad aumentare così il tuo impegno?
“Da una parte l’affetto per gli studenti immigrati, dato che non avevo mai fatto volontariato né associazionismo e per me è stato scoprire un mondo; dall’altra la coscienza che una scuola così va a colmare un vuoto cui le istituzioni non sembrano in grado di provvedere: circa 5.000 immigrati che sono passati sui nostri banchi non sono una bazzecola vero?…”.
Quali problemi evidenzi per Alfabeti?
“Il principale è proprio l’assenza di un supporto da parte delle istituzioni, sia per la nostra sede sia per l’assenza di fondi. Sul piano didattico, invece, la difficoltà sta nella scarsa continuità della presenza degli studenti causata da infiniti motivi”.
E quindi i propositi della tua presidenza quali saranno?
“L’impronta che vorrei dare ad Alfabeti gira attorno a 4 parole: partecipazione, ascolto, cultura, politica. La partecipazione è la cosa più importante, perché un impegno costante e continuativo da parte dei volontari alla vita dell’associazione dovrebbe essere la vera forza di Alfabeti. L’ascolto, invece, segna la mia disponibilità totale ad ogni idea o suggerimento per far crescere la nostra associazione. Per la cultura, ho piena consapevolezza che i nostri 70 volontari hanno provenienze molto diverse e ci sono dunque potenzialità di ricchezze culturali che vanno ancora espresse. Infine, l’aspetto politico, che per me è importante, anche se il tema può sembrare spinoso. Sono pessimista sulla situazione sociale del nostro Paese che, temo, peggiorerà, specie per l’atteggiamento verso gli immigrati, e ci sono cause che Alfabeti non può ignorare. Credo che l’importanza di Alfabeti, che reputo già alta, crescerà ancora di più in questi tempi bui che vedono l’odio e il razzismo, la diffidenza e le paure aumentare sempre più…”.
Gianni