L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, a partire dall’anno 2004, pubblica annualmente, in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche IDOS, un “Dossier Statistico Immigrazione” che propone un’analisi dei flussi migratori sia in termini quantitativi, sia sotto il profilo dell’inserimento sociale ed economico.
Il Documento per l’anno 2014 mostra un quadro in cui la presenza di immigrati sul territorio italiano appare sempre più consistente e strutturata, con un’incidenza dei residenti stranieri sul totale della popolazione dell’8,1%, circa 1 ogni 12 abitanti.
Secondo l’indagine svolta 2,4 milioni di occupati stranieri in Italia costituiscono una forza lavoro indispensabile ma ancora subalterna, in quanto più di un terzo occupa posizioni professionali poco qualificate e il 41% del totale possiede un grado di istruzione superiore alle mansioni che effettivamente svolge. La retribuzione netta mensile percepita è inferiore del 27% rispetto a quella dei lavoratori italiani e anche il tasso di disoccupazione risulta notevolmente più elevato.
Gli immigrati costituiscono inoltre un’importante fonte di valore nell’ambito della previdenza in quanto versano contributi per il sistema pensionistico e ne sono fruitori solo marginali, grazie alla loro età media molto bassa.
Attenzione particolare all’interno del Dossier è stata dedicata al tema delle discriminazioni poiché i casi segnalati all’Unar nel 2013 sono ammontati a 1142, di cui 68,7% di natura etico-razziale. Le iniquità più frequenti sono state riscontrate in relazione ad aspetti fondamentali della vita di ogni individuo, quali l’accesso all’abitazione, all’istruzione e all’occupazione.
Alla luce dell’analisi effettuata il Centro di Studi ha affermato che: “L’impegno per una società coesa e dinamica, dove ognuno fruisca di pari diritti, doveri e opportunità, deve coinvolgere tutti: istituzioni, cittadini italiani e cittadini stranieri, questi ultimi sia individualmente che nelle loro forme associative”.
Da questi dati si possono trarre molte considerazioni. Questi dati ci fanno capire che l’Italia ha un tessuto sociale variegato e multietnico e la presenza di un numero sempre più elevato di stranieri costituisce una risorsa di grande valore dal punto di vista economico, ma soprattutto sotto il profilo culturale, grazie alle molteplici opportunità di confronto e apprendimento che costantemente si generano. Anche se la convivenza pacifica e l’eguaglianza tra razze appaiono ancora oggi condizioni complesse da gestire. Ritengo che il primo passo verso un’adeguata integrazione si configuri con la presa di coscienza da parte di ognuno di noi che le differenze etniche e religiose non rappresentano motivo di minaccia e timore, bensì una preziosa occasione di scambio reciproco e arricchimento personale. È partendo da questa consapevolezza che abbiamo ogni giorno l’occasione di dare il nostro contributo individuale, traducendo il nostro pensiero in una serie di azioni quotidiane e trasmettendolo alle persone che ci stanno vicine.
[by Erica Sacchetti]