E così, anche questa volta l’anno scolastico di Alfabeti si conclude e si chiudono i corsi (ma non del tutto e comunque alcune attività proseguono, come i corsi fino a luglio per i rifugiati richiedenti asilo).
La ormai tradizionale festa di chiusura con consegna degli attestati di frequenza dei corsi serali si è svolta presso la nostra sede di via Abbiati, lo scorso mercoledì 13 giugno, preceduta dalla festa della Scuola Donne. Nessun clima di tensione, nessun tabellone da cui apprendere i risultati: la nostra è una scuola popolare e non si conclude con l’assegnazione di un diploma, ma con un certificato che attesta che lo studente straniero ha davvero frequentato (con tanto di ore segnate) i nostri corsi di italiano. Però è un certificato cui gli immigrati tengono tanto, sia perché testimonia il loro impegno, i loro sforzi, spesso con molta fatica per conciliare lavoro, frequenza e studio. E poi un pezzo di carta da fotografare tenendolo in mano e inoltrare con orgoglio presso famiglie lontane, magari dall’altra parte del mondo, per far vedere che qui in Italia “mi sto dando da fare”…
L’appuntamento per studenti e volontari di Alfabeti era per le 20, in una serata calda e afosa. Come sempre ciascuno di noi ha portato qualcosa da mangiare e qualcosa da bere e in poco tempo si è allestito un ricco buffet.
Ma le cibarie hanno dovuto aspettare, perché anche quest’anno volgeva al termine il digiuno del Ramadan (a proposito: “Ramadan Karim!” ai nostri studenti musulmani) e quindi, per rispetto dei credenti islamici, tutti hanno atteso le 21.15, ora del tramonto che permette di rompere il digiuno.
Oddio, proprio tutti tutti no, perché la nostra Emilia qualche popcorn di nascosto se lo è sgranocchiato e lo offriva pure e al sottoscritto che la “rimproverava”, lei ha risposto: ”Sono una maestra indisciplinata”. Ma visto che Emilia è la nostra insegnante più anziana ed è una persona dolcissima si è deciso di non castigarla…
Alle 20,30 il nostro presidente Moreno Castelli ha preso la parola, con sul tavolo davanti tutti gli attestati e una misteriosa grande coppa di metallo e con tutta la scuola, insegnanti e studenti, schierata.
“Sono sempre felice di consegnare, insieme ai volontari insegnanti, questi attestati che testimoniano il vostro impegno e che danno un senso al nostro di impegno. Conoscere la lingua del Paese che vi ospita e in cui avete deciso di passare anni della vostra vita è fondamentale. E non solo per sapervi muovere in una nuova e per voi diversa società, ma anche per saper richiedere e difendere i vostri diritti che spesso vi vengono negati”.
Davanti a un uditorio estremamente silenzioso e attento, Moreno non ha negato che “andiamo incontro a giorni non facili”, visto che è lapalissiano che il clima verso gli immigrati si farà sempre più pesante. “Ma”, ha proseguito, ”qui siete accolti senza discriminazione alcuna, con affetto e amicizia, così come nascono amicizie e conoscenze tra di voi e coi nostri volontari.E questo rende l’esperienza di Alfabeti unica e straordinaria”.
È poi cominciata la distribuzione degli attestati classe per classe. Mentre Chiara De Nittis e Serena Cellamare, le le nostre volontarie coordinatrici dei corsi serali chiamavano i volontari insegnanti e, a loro volta, gli insegnanti chiamavano gli studenti a uno a uno consegnando il certificato e tutti i presenti applaudivano la consegna con la foto di rito, studente per studente (grazie Alex! Ne hai scattate eh?).
Un momento emozionante e inaspettato è stato quando la nostra volontaria Ludovica, subito prima della consegna degli attestati ai suoi studenti, ha chiesto di prendere la parola e, molto commossa, con gli occhi lucidi, ha affermato che il suo impegno le ha dato tantissimo, concludendo: “Quello che succede ogni sera qui ad Alfabeti è il modo in cui dovrebbero andare sempre le cose nella nostra società”.
Terminata la consegna degli attestati c’è stata poi una bella sorpresa: a nome del Consiglio direttivo di Alfabeti, il presidente Moreno ha consegnato la coppa con la scritta “Torneo Hopeball 2018. Unione Alfa” a Giuseppe Napoletano e Gianmarco Duina: il primo allenatore, il secondo organizzatore del campionato dove la nostra squadra di calcio, l’Unione Alfa, si è classificata seconda. A loro volta i ragazzi hanno voluto consegnare la maglia numero 10 con tutte le loro firme a Moreno e, simbolicamente, a tutta Alfabeti che ha promosso questa iniziativa, organizzando la squadra e comprando le maglie grazie alla donazione di un nostro sostenitore.
Finalmente si è dato il via al buffet e, poco dopo, alle danze, dove si sono alternate musiche arabe e sudamericane in giusta alternanza. E alla fine hanno ballato insieme arabi, sudamericani, italiani (a dir la verità più italiane, le nostre giovani volontarie scatenate) e rom. Sì perché, a un certo momento, si è presentato pure un gruppetto di rom, con tanto di bambini, che abitano nella case di fronte alla sede. Abbiamo avuto come “special guests” due capofamiglia rom di almeno 60 anni che si sono lanciati anche loro in danze ritmate. E alle stesse famiglie abbiamo poi consegnato il cibo e le bevande avanzate del buffet, cosa per cui ci hanno ringraziato.
Come ha sottolineato Moreno: “Ancora per una sera ad Alfabeti siamo riusciti a dare un senso alla parola condivisione ed inclusione tra culture molto diverse. Ed è stato un gran successo che ci riempie di gioia ed orgoglio!”.
Gianni Pianetta