STIAMO VIVENDO UN PASSAGGIO STORICO
La testimonianza di Patrizia Lombardi, presidente uscente
“Sono milanese, ma non abito a san Siro, anche se non sto lontana, però, in solo mezzo chilometro di spostamento dal mio quartiere a qui, è come fare un viaggio intercontinentale…
Milano ormai è diventata una città a macchia di leopardo: qui a san Siro, se al mattino vai davanti a una certa scuola elementare, potresti essere davanti a una scuola in Marocco tanto è forte la presenza etnica di donne arabe coi loro bambini”.
Patrizia Lombardi porta con la disinvoltura del caschetto brizzolato che la contraddistingue i suoi 67 anni. A fine aprile, dopo due anni particolarmente impegnativi, ha rassegnato le dimissioni, a norma di statuto dell’associazione, dalla presidenza di Alfabeti. Era arrivata nel 2007: “Mi avevano pensionata nell’azienda specializzata in Fiere estere dove avevo lavorato per 25 anni”, ricorda lei. “Avevo dunque del tempo libero, ma già da prima pensavo di impegnarmi nell’insegnamento dell’italiano agli stranieri. Un tempo avevo lavorato alle 150 ore (corsi di scuola media per i lavoratori; ndr) e mi era molto piaciuto. Ho cercato su Internet e poi tramite amicizie che mi hanno indirizzato ad Alfabeti. Fu un bell’approccio”, ricorda Patrizia, “perché, insieme ad Anna Cartisano e Laura Barcellona, fummo subito catapultate nelle classi; c’era un afflusso di iscritti impressionante, classi numerose e c’era bisogno immediato di volontari. Mi piacque subito: il mio lavoro non c’entrava nulla con l’insegnamento, però mi aiutava anche il fatto di aver studiato delle lingue”.
All’inizio Patrizia faceva il corso serale, poi passò alla Scuola delle Donne che si tiene solo al mattino. “Io avevo più tempo al mattino”, spiega lei, “ma soprattutto mi piaceva il rapporto con le donne. Sono stati due momenti diversi del mio impegno: le donne sono piu concentrate sulla famiglia; si fa lezione di italiano vera e propria, come al serale, ma sono le tematiche quelle che cambiano, e poi la presenza di bambini piccoli che accompagnano le mamme è un problema in più: purtroppo non ci sono molte volontarie che si vogliono occupare dei piccoli. E a volte non manca il caos in classe: i bambini vengono radunati nella stanzetta della sede per lasciar libere le mamme, ma spesso….”.
Nel 2013 l’assemblea dei volontari elegge Patrizia Lombardi nuova presidente di Alfabeti in sostituzione della “storica” presidente Carla Castelli. “Dico subito che è stata un’esperienza molto positiva”, chiarisce Patrizia, “anche se rimasi stupita dall’elezione che proprio non mi aspettavo. Ho voluto comunque continuare come prima la mia attività alla Scuola delle Donne. Certo, ho dovuto aumentare il tempo del mio impegno, anche perché non sono mancati gli imprevisti che hanno soprattutto riguardato la sede. E’ venuta meno la collaborazione con Comunità Progetto che divideva con noi la sede e l’affitto, ed è stato ed è un bel peso economico. Poi, nell’estate del 2013, a causa di un cedimento strutturale è crollata una parte del soffitto della sede e si è evitata una tragedia per un soffio, dato che la sede era vuota. Ti confesso che ho passato dei momenti molto agitati! Pensa se i calcinacci fossero caduti in testa a un bambino!… Mi sono subito allertata e, tra lettere e continue telefonate all’Aler, proprietaria della sede, è stato un continuo per poter seguire tutto. Non è finita: nel novembre 2014 le continue piogge autunnali hanno allagato sia la sede che la cantina sottostante. Ho chiesto il risarcimento e ancora tutto tace! E’ la politica dell’Aler, specializzati nel fare muro di gomma e non rispondere mai…”.
Però non ci sono stati solo momenti di amarezza nell’esperienza di Patrizia in questi due anni.
“Per parte mia ho cercato di incoraggiare la struttura di coordinamento che si è data Alfabeti, dove ognuno ha un ruolo e si possa sentire così responsabilizzato e coinvolto. Ma sono stata fortunata: ho trovato volontari attivi e propositivi, specie i nuovi arrivati, che hanno portato molte energie. Ora siamo pieni di iniziative: se penso che all’inizio si faceva solo scuola, festa di Natale e festa di fine anno. E stop. Posso dire che ci sono stati molti passi in avanti”.
Restano dei problemi: “Il vero punto”, chiarisce subito Patrizia, “è quello economico. Non abbiamo finanziamenti, specie dalle istituzioni pubbliche che sono ormai sempre più in difficoltà per i continui tagli agli enti locali. Dunque dobbiamo puntare principalmente sull’autofinanziamento e sul 5×1.000. Abbiamo concorso e concorriamo a bandi pubblici, ma senza risultati positivi. Siamo però riusciti a strappare, con le unghie e coi denti, 1.000 euro al Consiglio di Zona per il corso di danzaterapia alla Scuola delle Donne. Però”, aggiunge lei con un sorriso serafico, “io sono dell’idea che non dobbiamo pensare di salvare il mondo: bisogna anche sapersi accontentare; dobbiamo pure rapportare i nostri obbiettivi alla situazione dei nostri studenti che sovente vivono vite tribolate e, pur stando qui, vivono quasi in un mondo separato dal nostro. Spesso mi dico: se ho aiutato anche solo tre persone a parlare meglio l’italiano, già sono felice”.
“Amo fare questo volontariato perché sta dentro in un processo epocale e storico che sta cambiando il nostro Paese”, conclude Patrizia. “E’ stimolante anche intellettualmente confrontarsi con altre culture. E questo volontariato a me dà molto: do, ma ricevo pure tanto. E ammiro il coraggio di queste persone, specie le donne, e penso alle filippine in particolare o alle donne latine, che magari partono da sole, lasciando il proprio Paese e le famiglie. Sì, ti insegnano il coraggio. E io le ammiro”.
Alfabeti? È come fare un viaggio attorno al mondo!
La testimonianza di Sara Pupillo, la nuova presidente della nostra associazione
E’ entrata in carica a fine aprile, votata dall’assemblea generale dei soci di Alfabeti, e per un mandato biennale sarà lei la nuova presidente dell’associazione, succedendo a Patrizia Lombardi. Sara Pupillo, 43 anni, romana di nascita ma milanese di crescita (“Abito fin da bambina a San Siro”) è un vulcano di proposte e un caterpillar organizzativo. Nella vita lavorativa si occupa in prevalenza di editoria turistica (“Piu che di un lavoro parlerei di tanti lavori: tipico di quest’epoca…”) e tiene pure un suo blog sulla città di Milano, in particolare le periferie, il cui titolo la dice lunga (“Un cicinin de Milan”) e che lei definisce “un manuale per uso della città: mi impegna molto ma mi diverto”.
“Sono arrivata ad Alfabeti nel 2010”, racconta Sara. “Cercavo proprio una scuola di italiano per stranieri vicino a casa e l’ho trovata ricorrendo a Internet. Mi sono presentata nella sede di via Abbiati e ricordo che trovai Marina, cui dovevo fare da spalla, e invece lei mi disse: “Guarda, oggi fai lezione tu!” e così capii che era l’impegno fatto apposta per me, quello che cercavo, perché era divertente”.
A dirla tutta, tre anni prima Sara avevo preso il Ditals (il diploma rilasciato dall’Università di Siena che certifica le competenze di didattica italiana per stranieri): “Ho passato quell’esame che è molto pesante e per cui bisogna studiare mesi, ma ero disoccupata e allora avevo molto tempo libero e così mi sono iscritta dicendomi: magari un giorno mi verrà utile”.
Appunto. Servito allora? “Sì e no. Sì perché mi ha fatto porre domande a me stessa su come uno straniero affronti la nostra lingua; no perché è l’esperienza in classe quella che davvero forma l’insegnante volontario”.
E come è stata allora l’esperienza in questi anni di volontariato? “Anni appassionanti e un po’ faticosi. La nostra associazione ora ha mille attività, dai mercatini di libri alle cene per la raccolta di fondi, dai corsi di lingue straniere all’accoglienza dei nuovo volontari, agli eventi vari. Insomma, richiede un impegno continuo. Ma aiutare gli immigrati ad inserirsi attraverso l’insegnamento vale davvero la pena: incontri persone di tutto il mondo e ogni lezione è come un viaggio, scopri abitudini diverse, esperienze diverse; ti nasce la voglia di saperne di più di loro e del mondo. Certo, non mancano le difficoltà, la principale è senz’altro quella del mantenimento economico dell’associazione: il pagamento di un affitto della sede così alto richiede tante energie per la continua ricerca di finanziamenti. Insomma, bisogna ingegnarsi per far tornare i conti. Però ne vale la pena. A volte mi dico che anche la persona piu razzista al mondo può sentirsi male per strada e aver bisogno di soccorso. E magari la persona che sta passando in quel momento è proprio uno dei nostri immigrati cui abbiamo insegnato come comportarsi. E poi vi è un altro aspetto interessante, perché la vita associativa sviluppa relazioni sociali tra i volontari e ad Alfabeti puoi trovare le persone piu diverse: per età, per provenienza, per fede religiosa, per credo politico, per cultura”.
Cosa si propone la nuova presidente? “Anzitutto lottare per avere un affitto piu basso! Poi un maggior coordinamento tra la Scuola serale e la Scuola delle Donne che attualmente considero un po’ slegate tra loro”. E per il resto? “Beh”, conclude Sara, “ci tengo a dire che sono molto onorata di esser stata scelta per questa responsabilità. So che qualcuno considera che io abbia un carattere un po’… impetuoso. Prometto che mi impegnerò anche per un atteggiamento diciamo più… diplomatico…”.
Gianni