Dopo la manifestazione del 2 marzo 2019, il nostro volontario Armando Reggio scrive una riflessione che volentieri pubblichiamo.
250mila, forse più: da Palestro al Duomo, per i bastioni, Corso Venezia, San Babila, via Matteotti, piazza Scala. Alle quattro la testa è arrivata nella piazza, la coda era ancora ferma a Porta Venezia.
Le vie di Milano pacifiche, gioiose, colorate, a cantare ballare gridare alzare le braccia liberatorie. Per dire come siamo: accoglienti, fautori delle diversità e dell’amore universale. Tutte le età, tutte le etnie: vecchi, adulti, adolescenti, bambini. Le “mamme senza pelle” con i loro figli adottati, giovani genitori con i figlioletti di pochi mesi nei passeggini. Laici e cattolici umilmente volontari sul territorio. I cattolici che amiamo.
E c’eravamo noi di Alfabeti, puntuali, con il nostro striscione giallo: noi volontari e i nostri studenti. Gli studenti scorrazzavano lungo il corteo, in mezzo alle donne e agli uomini della Terra, a tutti i colori delle diversità. Fotografano i mille momenti di gioia, filmavano il mondo che vogliono, che vogliamo tutti. I cellulari per il buon ristoro dei cuori, per le sfumature delle emozioni.
C’eravamo. Come a maggio del 2017, come a settembre dello scorso anno con le magliette rosse. C’eravamo. Con le 1.200 associazioni, i 700 comuni e molti col gonfalone, compresa Riace.
Medaglia d’oro alla Resistenza, tutti gli anni Milano è in piazza il 25 aprile, sempre entusiasta e combattiva, inarrendevole, mai rituale. E risponde alle chiamate di libertà e uguaglianza, sempre.
In testa al corteo gli scout sorreggevano lo striscione della festa, disegnato dal fumettista Makkox. Gli scout, a testimoniare la verginità dell’uguaglianza, l’ignoranza del razzismo, la barbarie delle discriminazioni. E poi, “Insieme senza Muri“, “Acli“, “I Sentinelli“, “Mamme per la pelle“, “Action Aid“, “Anpi“, gli studenti universitari, il Sindaco. Niente bandiere di partito, alcuni politici e sindacalisti a titolo personale.
In piazza Duomo nessun comizio, tanta musica etnica e “Bella Ciao“. E una colonna sonora: “People have the power” di Patty Smith. L’adrenalina ha preso tutti, fino a sera.
C’era bisogno che ci ritrovassimo in piazza. C’era bisogno che ci dicessimo di esserci. C’era bisogno che non percepissimo più l’abbattente senso della solitudine, da donne e uomini di sinistra. C’era bisogno: la ritrovata aggregazione ci indurrà, forse, a riaffermare chi siamo e quale società abbiamo nel cuore.
Eccoci, a Milano! L’entusiasmo contagerà Roma, Napoli, Palermo e tante altre città: sarebbe bello.
di Armando Reggio